Foto di Franco Marco
Quella pallida luce al tramonto del sole
Pesca con canna fissa dalla scogliera. Si può praticare sia in mare che in acqua dolce ed è una tecnica molto semplice in quanto necessita di canne senza mulinello. In origine per la costruzione delle canne veniva usato il bambù, poi è subentrata la fibra di vetro per renderle più leggere e resistenti dal momento che erano molto lunghe. In seguito fu introdotto come materiale il carbonio e si ottenne un ottimo rapporto peso-azione. I luoghi ideali per praticare questa pesca sono i porti e le scogliere e le prede a cui mira principalmente sono occhiate, saraghi, cefali, ma anche orate e spigole.
Per quanto riguarda l’esca da utilizzare, possiamo ricorrere al classico bigattino, alle pastelle pronte di vari gusti e le pasture, da preparare con il pane raffermo grattugiato, che sono fondamentali.
L’attrezzatura da portarsi dietro comprenderà senz’altro una canna fissa che può misurare dai 5 agli 8 metri in base alla profondità del fondale. Il galleggiante varia a seconda del mare, se il mare è mosso va bene una pallina di sughero, se è calmo opteremo per un galleggiante a penna. Utilizzeremo poi come pesi dei piombini spaccati di varie misure. Il filo varia dallo 0,12 allo 0,18, anch’esso a seconda del mare. Le misure degli ami variano dal numero 8 al numero 16, in base all’esca impiegata. E’ consigliabile avere con sé un guadino telescopico e uno slamatore. Il terminale viene fissato tramite una girella alla lenza madre e non deve superare la lunghezza della canna.
E’ la meno dispendiosa come tipologia di pesca e può essere praticata da tutti in ogni periodo dell’anno.
Scritto da Franco Marco